I dati sono chiari: Pierluigi Bersani si afferma raccogliendo il 56% delle preferenze espresse da oltre il 50% degli iscritti, circa 350 mila persone, non poca cosa considerato il difficile momento che sta vivendo la politica e in generale la democrazia. Ora inizia la seconda fase. La palla passa agli elettori che potranno esprimere la loro preferenza per uno dei tre candidati alle primarie del 25 ottobre.

Commette un grave errore chi in queste ore si sta prodigando per sminuire il risultato uscito dal voto degli iscritti. Alcuni infatti vanno sostenendo che le consultazioni fatte finora sono una farsa, perchè la partita vera è quella delle primarie o, peggio ancora, affermano che la vittoria di Bersani tra gli iscritti è “anomala” e frutto del sostegno dei “signori delle tessere”.
Queste posizioni sono gravi non tanto perchè vere o false. Il punto non è questo! La questione è che mettere in discussione le regole a gioco iniziato porta a un circolo vizioso che rischia di delegittimare l’esito finale, qualunque esso sia. Potrebbe infatti accadere che gli sconfitti del 25 ottobre con argomenti analoghi sostengano che il voto degli iscritti conta di più di quello dei partecpanti alle primarie oppure che non essendoci nessun meccanismo di verifica su chi partecipa al voto delle primarie il segretario potrebbe essere stato eletto con i voti di persone che nulla hanno a che fare con il PD (per esempio militanti di estrema destra e/o, nella peggiore delle ipotesi, affiliati alla criminalità organizzata).

E’ innegabile che lo statuto (di Walter Veltroni) va assolutamente rivisto perchè privo di qualsiasi meccanismo di controllo sul tesseramento e per il fatto che non prevede alcuna regolamentazione dell’istituto delle primarie (anagrafe degli elettori). Ma per il momento queste sono le regole e con queste bsogna fare i conti.

Smettiamola dunque con queste inutili schermaglie, concentriamoci di più sulle questioni che toccano da vicino i cittadini, proviamo a spiegare qual è il partito che abbiamo in mente, solo così questo congresso finirà di essere una questione interna e forse il Paese tornerà a darci un po’ di credito .

www.gianlucatrabucco.it

4 pensiero su “BERSANI VINCE TRA GLI ISCRITTI”
  1. mi permetto di contestare il tuo intervento.

    il fatto che ci sono i signori delle tessere mi sembra innegabile visto che dove ci sono dirigenti Bersaniani vince Bersani e dove sono Franceschiniani vince Franceschini. es oriago e mira taglio sono esemplificativi da questo punto di vista.

    non parliamo di cosa succede al sud e in particolar modo in calabria dove ci sono più votanti che iscritti dove per pura coincidenza i maggiorenti stanno tutti con Bersani. Bassolino candidato sindaco di Napoli se vince Bersani?

    per quanto riguarda l’anagrafe degli iscritti i. I casi sono due: o si è fatta marcia indietro rispetto all’ipotesi originaria della mozione contraria alle primarie giacché l’albo degli elettori già esiste e si deve dare anche il prossimo 25 ottobre il consenso a esservi inseriti per votare, oppure ciò significa che per votare bisogna iscriversi tempo prima rispetto alle Primarie, con la qual cosa, però, non ci sarebbe più nessuna reale distinzione tra iscritti ed elettorati e si tornerebbe senza dirlo alla scelta da parte dei soli iscritti

    1. 1. Nel mio post non metto in dubbio che il tesseramento sia stato “pompato” (da una parte e dall’altra), sostengo che non si può recriminare su questo fatto perchè il nostro statuto non prevede nessuna forma di controllo. Troppo facile contestare le regole quando si perde.

      2. Bersani vince in 17 regioni su 20, è quindi evidente che il suo risultato non è dovuto solo al voto del sud. Fra l’altro è stato verificato e accertato dalla Commissione per il Congresso che la vicenda calabrese è stata una bufala.

      3. Nessun passo indietro, la mozione Bersani dice “Le primarie vanno rese più efficaci, rendendo più chiaro il meccanismo di partecipazione. L’albo degli elettori deve essere effettivamente pubblico e certificato”. In America ad esempio i cittadini per poter votare alle primarie devono “iscriversi” in un apposito registro presso uno dei partiti in lista e questo non significa essere iscritti al partito.

  2. mi permetto di contestare il tuo intervento.

    il fatto che ci sono i signori delle tessere mi sembra innegabile visto che dove ci sono dirigenti Bersaniani vince Bersani e dove sono Franceschiniani vince Franceschini. es oriago e mira taglio sono esemplificativi da questo punto di vista.

    non parliamo di cosa succede al sud e in particolar modo in calabria dove ci sono più votanti che iscritti dove per pura coincidenza i maggiorenti stanno tutti con Bersani. Bassolino candidato sindaco di Napoli se vince Bersani?

    per quanto riguarda l’anagrafe degli iscritti I casi sono due: o si è fatta marcia indietro rispetto all’ipotesi originaria della mozione contraria alle primarie giacché l’albo degli elettori già esiste e si deve dare anche il prossimo 25 ottobre il consenso a esservi inseriti per votare, oppure ciò significa che per votare bisogna iscriversi tempo prima rispetto alle Primarie, con la qual cosa, però, non ci sarebbe più nessuna reale distinzione tra iscritti ed elettorati e si tornerebbe senza dirlo alla scelta da parte dei soli iscritti

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