Da poco ho finito di leggere in internet il resoconto della direzione nazionale del Partito Democratico conclusasi poco fa. Bersani ha dichiarato ufficialmente che si candiderá alle primarie per l’individuazione del candidato premier del centrosinistra, rinunciando a un “diritto” (essere il candidato premier) che lo statuto nazionale del PD gli avrebbe garantito.
A prescindere dal fatto che il segretario del PD ha fatto bene a rimettersi in gioco, una cosa é certa: i partiti se vogliono riguadagnare la fiducia e il rispetto dei cittadini devono sempre piú abbracciare scelte che siano contraddistinte da coraggio e generositá: chi si impegna in politica deve capire, oggi piú che mai, che i sacrifici chiesti devono allo stesso tempo essere fatti e, soprattutto, i destini personali (o meglio le carriere) devono essere messi in secondo piano rispetto all’urgenza di risollevare un Paese intero.
Penso che Bersani, con quest’ultimo atto unitamente a quello di aver deciso di non andare al voto subito dopo la caduta di Berlusconi, abbia dato prova di coraggio e generositá. Sicuramente molto piú coraggioso e generoso di chi si candiderá alle primarie senza aver fatto la fatica di dirigere il partito facendolo reggere all’urto dello tsunami politico al quale abbiamo assistito pochi giorni fa.

Un pensiero su “CORAGGIO E GENEROSITÁ”
  1. Ho letto l’intervista di Bersani sull’Unità di oggi! Va bene, tutto bene, ma non capisco per fare cosa si candida? non dice che bisogna far fare agli italiani molti sacrifici ancora, come diceva Prodi qualche anno fa, che aveva alcuni suoi ministri che dopo il consiglio andavano in piazza a protestare contro quello che avevano approvato. Allora bisogna dire quello che si vuol fare dopo aver vinto le elezioni e perchè il Pd deve assumersi la responsabilità di risanare un Paese dove togliere i privileggi a qualcuno è impossibile perchè ci sarà sempre qualcun altro che quei privileggi li garantisce.
    Bisogna dire la verità agli italiani per quanto dura e amara sia perchè il risanamento si deve fare con il consenso della maggioranza degli italiani, altrimenti non si farà mai.

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