Ieri la nazionale di calcio italiana ha pareggiato la sua seconda partita agli europei. In ragione di questo risultato sarà ora necessario vincere la prossima gara e sperare che il match tra le altre nostre due avversarie (quelle con le quali l’Italia ha pareggiato) non finisca con un risultato (pareggio con più di un goal) che garantisca il passaggio del turno ad entrambe e la conseguente eliminazione azzurra. Il fatto che il destino di Prandelli & C. dipenda, oltre che dal battere l’Irlanda, da cosa succederà nello scontro fra Spagna e Croazia ha già fatto scattare la sindrome da “biscotto”, la paura cioè che gli iberici e gli ex-jugoslavi si accordino su un punteggio finale utile per entrambe le squadre.

Alcune riflessioni:

1) La possibilità che Croazia e Spagna arrivino ad un accordo sottobanco dovrebbe eventualmente occupare solo i pensieri dei teorici del sospetto e non invece salire alla ribalta delle cronache arrivando addirittura ad essere il punto chiave delle interviste dei nostri illuminati giornalisti sportivi. Uno di questi, ieri sera al termine della partita, ha chiesto ad un giocatore spagnolo: “vi accorderete per un pareggio?????????”
Considero quantomeno inopportuno e poco responsabile, soprattutto da parte di chi ha la possibilità di amplificare il proprio pensiero grazie ai mezzi di comunicazione, mettere in dubbio l’onestà altrui senza aver alcun motivo. Certo nel 2004 Svezia e Danimarca, nella stessa identica situazione, il “biscotto” ce lo fecero … rimango comunque dell’idea che non si possa coltivare la cultura dell’immotivata diffidenza.

2) Sentire giornalisti, dirigenti, calciatori o qualsiasi altro addetto ai lavori del calcio nostrano accusare altri di poca correttezza è come sentire il bue che da del cornuto all’asino. Il gioco del pallone in Italia (e non solo quello purtroppo) ha ormai raggiunto livelli di corruzione tali per cui non c’è un campionato che non inizi con qualche squadra che debba scontare punti di penalizzazione, per non parlare dei processi penali che vedono implicati calciatori e dirigenti. Non penso che negli altri paesi europei le cose siano tutte e rose e fiori ma è certo che si dovrebbe sempre prima guardare alla trave dentro al proprio occhio prima che alla pagliuzza nell’occhio del vicino.

3) Diciamoci la verità: di solito è il disonesto che ha sempre paura di essere fregato dagli altri. E non aggiungo altro.

Sono comunque certo che pareggeremo anche con l’Irlanda e così gli artefici del nostro triste destino saremo stati solo e soltanto noi (questo l’ho scritto per scaramanzia).

2 pensiero su “IL “BISCOTTO” TRA SPAGNA E CROAZIA”
  1. Bravo Gianluca hai fatto una analisi che condivido sulle chiacchiere di pallone, senza indulgere in atteggiamenti snob su quello che dovrebbe essere e che a certi livelli ancora è, il gioco del calcio.
    Contemporaneamente ad una riflessione su quello che è stato e che certamente tornerà ad essere un atteggiamento positivo verso la buona politica.

  2. E questa sera ha vinto lo sport: niente biscotto, una lezione di onestá per il nostro calcio. Onore a Spagna e Croazia!

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