Il Palais Lumiere che lo stilista Pierre Cardin vuole costruire (o come dicono i suoi architetti, regalare) a Venezia (per la precisione a Porto Marghera nella parte settentrionale della prima zona industriale) a prima vista non può che fare impressione, da un lato per le dimensioni (tre torri, la più alta delle quali di 250 metri, con un’occupazione di circa 19 ettari) dall’altro per i costi (2 miliari di euro).
Lascio da parte l’interrogativo sul perché un miliardario 90enne decide di investire 2 miliardi di euro in questa opera faraonica (pare che con la vendita degli appartamenti si rientrerà solo del 25% dell’investimento) e mi soffermo su alcune perplessità nel merito del progetto.

Innanzitutto l’area interessata. La Concept Creatif di Pierre Cardin ha acquistato solo una parte dei terreni (quelli che affacciano sull’acqua) utili alla realizzazione dell’intervento. Come potrà il Consiglio Comunale dare il proprio assenso ad un’opera che deve essere costruita su di un’area di cui l’imprenditore non ha pieno titolo di proprietà?

I vicini. Tutto il complesso sarà costruito in prossimità della Fincantieri. C’è il rischio che l’azienda dei cantieri navali colga l’occasione per andarsene definitivamente da Porto Marghera. Perché è pur vero che l’area sulla quale Fincantieri ha intenzione di espandersi è localizzata dalla parte opposta rispetto a dove nascerà il Palais Lumiere però l’Amministrazione comunale dovrebbe quantomeno continuare a garantire che la priorità è mantenere la vocazione produttiva della zona … anche se la cosa si scontra un po’ con gli 87.000 mq di residenza, i quasi 40.000 mq di ricettivo e gli oltre 83.000 mq di attività direzionali previsti nell’opera di Cardin. Va anche sottolineato che quando l’intervento sarà terminato (nel 2016) ci saranno 7.800 addetti tra occupazione diretta e indiretta. Sarebbe comunque opportuno commissionare uno studio per verificare quanti saranno (se ci saranno) i posti di lavoro in meno a Marghera e Mestre in relazione anche all’avvenuta realizzazione di questa imponente trasformazione territoriale.

Il tram. Tra le opere complementari (pagate quindi anche queste da Cardin) che verranno realizzate c’è una linea del tram che da Marghera andrà a Venezia passando sotto il Palazzo della Luce immettendosi sulla SR11 (via della Libertà). Tutto bene ovviamente. A parte il fatto che questa linea sostituirà quella prevista su via Torino. Su questa scelta vorrei discutere!
Ci era stato spiegato in tutti i modi che il passaggio del tram per via Torino era strategico per le funzioni e i servizi che insistono su quest’asse stradale e che era addirittura preferibile al tracciato per viale San Marco, tanto che il Partito Democratico di Venezia ha dovuto mettersi di traverso per mantenere l’opzione viale San Marco come prioritaria senza comunque escludere la linea su via Torino. Invece ora, senza colpo ferire, al passaggio per via Torino possiamo facilmente rinunciare. A me pare invece che il collegamento attraverso via Torino acquisti ancora maggior valore visto che metterebbe in collegamento due zone della città destinate ad essere luogo di studio e formazione: da un lato il campus e il complesso universitario della città di Mestre, dall’altro l’università internazionale della moda che avrà sede in una delle tre torri.

Il teatro. Nel sontuoso complesso sarà previsto anche un teatro (oltre alla piscina olimpionica) da 7.000 posti. A parte il fatto che 7.000 è più la capienza di un palazzetto dello sport che non di un teatro, la sensazione è che si voglia creare una realtà avulsa dal contesto: qual è la necessità di avere un teatro quando in città (sia a Mestre che a Venezia) ce sono già? Tanto più che uno degli obiettivi che l’ambizioso progetto si prefigge è la ricongiunzione di due parti di città (Mestre e Marghera) separate dalla linea ferroviaria. Quindi perché non utilizzare i servizi che già la città offre?

Ultimo tasto dolente : il rischio d’impresa. In città abbiamo già abbastanza “buchi” (uno su tutti l’Umberto I a Mestre) dovuti a imprenditori un po’ troppo avventati. Dobbiamo trovare il modo di scongiurare l’eventualità che anche quest’opera vada ad aggiungersi alla lista delle incompiute. Ritengo vada preteso che le opere complementari (nuova viabilità, parcheggi, verde, tram,…) vengano realizzate prima del palazzo e magari qualche altra “garanzia” nel caso questa avventura naufragasse.

Preciso che alcune delle cose che ho scritto potrebbero essere frutto di una mia cattiva comprensione della presentazione fatta al Centro Culturale Candiani due giorni fa. Nei prossimi giorni quando si aprirà il dibattito nelle commissioni consiliari competenti ne sapremo di più.

12 pensiero su “IL DONO DI PIERRE CARDIN A VENEZIA”
  1. non mettetevi di traverso su un’opera che alzerà l’immagine della città, che porterà lavoro senza toglierne altro. per le opere complementari si troveranno soluzioni e abbinamenti. perdere questa occasione anche a discapito di qualche concessione è perdere quel volano che da tanti anni aspettiamo per riqualificare la terraferma.

    1. io personalmente non voglio mettermi di traverso, vorrei però che tutto fosse chiaro e che alla fine l’immagine della città venga veramente innalzata.

  2. Se non costa nulla al Comune (ai cittadini) mi pare una bella idea. Prima pero’ di spendere soldi su un’altra torre, non sarebbe meglio finire il resto (tipo il collegamento Mestre-aeroporto via tram)? Siamo l’unica città europea a vocazione internazionale che non ha un collegamento via ferro con la città (e a Venezia le città sono 2!).

    1. Concordo con la seconda parte del tuo post.
      Non sono però convinto del fatto che basta avere i soldi (quindi non costare niente ai cittadini) per fare quello che si vuole.

  3. in un contesto piatto di una laguna con barene diventera la sola cosa che si farà notare, le ciminiere di quel che resta dell’industria di p.to Marghera resteranno? è stato valutato se diventerà un ostacolo al percorso aereo per l’aereoporto?

      1. “Mi pare”£ non è una risposta. Nella presentazione di lunedì, se qualcuna si fosse preso la briga di esserci, lo Studio Altieri ha chiarito che i “vincoli” sono già stati bypassati in quanto non influenti sul traffico aereo odierno (e futuro…). Gli “architetti” (che poi sono uno degli studi di ingegneria più grandi d’Italia) al contesto ci hanno pensato eccome…

  4. Quando leggo queste piazzate mi domando sempre se chi scrive poi si legge. Secondo il redattore di questo illuminato articolo le opere complementari andrebbero realizzate prima del palazzo. Ora, se l’evidentemente geniale scrivente avesse davvero letto i documenti in realizzazione saprebbe che le aree esterne sono coperte da una struttura di giardini pensili che ricoprono i parcheggi (anche quelli della costruenda piscina pubblica) e le stazioni di people mover. COn la sua infinita saggezza il signor Gianluca ci spiegherà facilmente come intenderebbe realizzare il sistema prima della realizzazione delle fondazioni del palazzo. Casomai ci riuscisse (e qui mi interesserà scorpire come) spieghi bene il Trabucco come intenderebbe valutare l’ipotetica “perdita” di posti di lavoro da attribuire al Palais, che ne crea invece per certo. Forse il Trabucco vuole dire che Fincantieri, sconvolta per la bruttezza della costruzione del Palais deciderà per la chiusura dell’insediamento produttivo ? Dal punto di vista industriale sarebeb davvero un colpo di genio. Ma solo se l’amministratore delegato di Fincantieri diventasse il buon Trabucco. Su ENAC, poi ho già risposto sopra. Certo che dover essere contro per partito preso è un lavoro duro…

    1. Capisco che essere d’accordo a prescindere sia “un duro lavoro” tuttavia penso che qualche osservazione possa anche essere concessa, se non altro per capirne un po’ di più.
      Non essendo un tecnico, mi sono limitato a sollevare qualche perplessità sulla base di quello che ho sentito (leggere non mi è stato ancora possibile visto che non è ancora pervenuta nessuna documentazione ufficiale) e sulla base dell’osservazione della realtà che ci circonda.

      Opere complementari. Convengo sul fatto che alcune sono direttamente connesse all’avanzamento lavori, altro però no. Come ad esempio la nuova linea del tram (se non altro una parte), oppure l’abbattimento di rampa Rizzardi e la realizzazione dell’alternativo tunnel. Parlo di “garanzie” perchè abbiamo già assistito e assistiamo a quelli che sono gli esiti negativi di operazioni più o meno mirabolanti poi fallite. Ho citato l’Umberto I al posto del quale in questo momento nel centro di Mestre c’è un “cratere” e con ogni probabilità saranno perse le opere complementari che erano connesse all’intervento (tra le quali una scuola). Non voglio mettere in dubbio la solidità del gruppo Cardin e, come si dice, quando ti scotti con l’acqua calda hai paura anche dell’acqua fredda.

      Lavoro. Non credo che l’eventuale bruttezza (lo ha scritto la gentile Sig.ra Alessandra io non lo penso) del palazzo possa indurre qualcuno ad abbandonare il sito. Sostengo solo che l’Amministrazione comunale deve dire chiaramente quale è la sua priorità per Porto Marghera: produzione? residenza? entrambe?
      Uno studio della CGIA di Mestre basato su dati del Ministero ha evidenziato che in Veneto tra il 2000 e il 2009 l’insediamento di grandi ipermercati ha portato ad occupare 4.000 adetti. Nello stesso periodo però si sono persi 7.000 posti di lavoro nel commercio al dettaglio. E’ evidente che siamo di fronte a due fattispecie diverse ma l’esempio mi è servito per chiarire che la creazione di posti di lavoro deve garantire un saldo positivo nell’occupazione complessiva. Per questo mi sento di chiedere attenzione al problema.

      ENAC. Ammetto che potrei aver capito male (come ho già scritto) ma mi sono sembrati evasivi su questo punto. Capiremo di più quando ci sarà fornita tutta la documentazione.

      1. Egregio Trabucco, qui non si tratta di essere d’accordo “a priori” ma di avere semplicemente letto la documentazione presentata in comune, che lei dovrebbe ben conoscere prima di esprimere pareri come quelli che ha pubblicato. Per esempio, agli enti preposti mi risulta che fin dal 17 maggio siano disponibili tutti i documenti utili alla risoluzione dei suoi dubbi, ivi compresa l’analisi delle rotte aeree (presentata pubblicamente con dovizia di particolari, diversamente da quanto lei afferma) e con documentazione indiscutibile relativamente allo sviluppo di occupazione, fra l’altro in ambiti oggi non presenti in Laguna. Il concetto è che sarebbe tanto bello che certa gente si prendesse il disturbo di leggere la documentazione disponibile presso gli enti preposti (che lei dovrebbe ben conoscere) al posto di pontificare come al solito sul nulla. Come del resto lei candidamente ammette, peraltro. Facciamo che i pareri li carica DOPO aver letto i documenti, e non prima ?

  5. A leggere quello che scrive questo trabucco parrebbe che all’incontro ci sia stato. E se questo è vero, in perfetto stile politichese, non solo ascoltava poco, ma del poco che ha ascoltato non ha capito niente. Complimenti all’impegno politico… se si critica qualcuno, varrebbe la pena di farlo su basi oggettive, non sulle pippe. Avanti così e finiamo nel fosso grazie a questi “geni della lampada”. Per fortuna che ci sono ancora persone come il Pietro Cardin che invece di aprire la bocca a vanvera lavorano per creare qualcosa al posto di blaterare senza costrutto.

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