Siamo, da pochi giorni, entrati nell’ultimo anno di questa Amministrazione comunale. Esattamente 4 anni fa Brugnaro diventava sindaco di Venezia.
Opportuno dunque iniziare a tirare le somme e vedere cosa ha prodotto il lavoro del padrone di Umana. Tralascio lo scempio operato sul decentramento sul quale mi sono già soffermato (ad esempio qui) e inizio con discutere uno dei cavalli di battaglia della compagine di centrodestra che governa Venezia: “Abbiamo trovato un buco da 800 milioni di euro e siamo riusciti a risanare il bilancio del Comune”. Nonostante la prima parte della frase non sia vera voglio darla come un dato acquisito, senza entrare nel merito. Mi sembra molto più interessante ragionare sulla seconda parte, soprattutto perchè alle elezioni del prossimo anno sarà giudicato l’operato dei 5 anni di questa giunta e non certo quello delle amministrazioni precedenti.
Partiamo dall’assunto che anche l’affermazione che riguarda il risanamento del bilancio sia vera. Se dunque è vero che adesso i conti sono in ordine, non è secondario capire come ci si è arrivati, cioè quali sono state le strategie adottate dalla giunta Brugnaro. 
Negli anni passati su Venezia, come su tutti i comuni italiani, sono state scaricate le difficoltà che la crisi economica ha prodotto. Attraverso il cosiddetto “patto di stabilità” si è spostato sulle città il peso del rispetto dei parametri di finanza pubblica.
Molti enti locali, tra cui Venezia, sono stati soverchiati da questo peso subendo quindi le penalizzazioni (in termini di mancati trasferimenti e tagli alle spese) previste per chi sforava il patto.
Prioritario era dunque ristabilire l’equilibrio rientrando nei parametri del patto di stabilità. Cosa ha fatto questa Amministrazione per riuscirci? Nulla. Infatti il governo ha modificato le regole della finanza pubblica rendendo più agevole il loro rispetto. Inoltre, come se non bastasse, sono arrivati a Venezia ingenti trasferimenti di risorse tra i quali “Il patto per Venezia” (operazione effettuata nel periodo della campagna per il referendum costituzionale), “il bando periferie” (nel quale il Comune si è piazzato agli ultimi posti ma è stato comunque beneficiato), i fondi PON Metro (Programma Operativo Nazionale Città Metropolitane 2014-2020) e il rifinanziamento della Legge Speciale per Venezia. Tutto questo (che non può che renderci felici per il bene della città) ha ovviamente portato una considerevole quantità di ossigeno al bilancio. Mentre Batman e i suoi stavano fermi. Anzi qualche mossa l’hanno fatta anche loro: hanno tagliato molti servizi, licenziato oltre un centinaio di lavoratori e bloccato il turn over per quelli che sono andati in pensione. 
Si potrebbe obiettare che in fondo non è importante da dove siano arrivati i fondi e gli aiuti, la cosa importante è aver risanato il bilancio. Allora, posto dunque che il risanamento sia avvenuto, vediamo quali benefici ha prodotto su chi abita a Venezia. Considerato che il Comune non è un’azienda privata (nonostante l’imprenditore al comando), sarebbe fondamentale che i risultati di bilancio venissero in qualche modo (ad esempio potenziando i servizi e/o con la riduzione della pressione fiscale) redistribuiti fra la popolazione. Allora mi chiedo se, dopo 4 anni di Brugnaro, le casse si sono rimpinguate perchè in questa città i servizi al cittadino sono ampiamente al di sotto degli standard che erano stati raggiunti negli anni passati? Perché i dipendenti del Comune stanno scappando? Ma soprattutto, perchè il livello delle tasse locali è il più alto tra le città italiane? Mi riferisco in particolare all’addizionale irpef comunale che è impostata all’aliquota massima con la soglia di esenzione fissata a 10 mila euro (prima di Brugnaro era a 17.000 mila). Obiezione: “abbiamo diminuito la TARI di circa il 3%” (sic!). Peccato che l’addizionale irpef incida molto di più su un bilancio familiare e soprattutto riguardi tutti i cittadini e le cittadine, non solo chi ha una casa. Senza contare che una soglia di esenzione così bassa colpisce le fasce più deboli: basta infatti superare la soglia anche di un solo euro per pagare l’addizionale irpef su tutto l’ammontare del reddito.
In sintesi, i meriti dei fantomatici risultati di bilancio vanno ascritti non certamente all’azione della giunta Brugnaro e inoltre non è stata messa in opera nessuna vera politica di redistribuzione a favore di chi risiede in Comune di Venezia, anzi i servizi sono pochi e le tasse sono alte.
Più che Batman abbiamo assistito all’azione di un Robin Hood al contrario: ruba ai poveri per dare ai ricchi!

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