Nel settembre del 2000 tutti gli stati membri delle Nazioni Unite sottoscrissero la Dichiarazione del Millennio impegnandosi a raggiungere entro il 2015 i seguenti obiettivi di sviluppo: sconfiggere la fame, la disparità fra i sessi, la mortalità infantile e le malattie, come Aids e malaria, e migliorare la salute delle gestanti, l’istruzione primaria, la qualità della vita, il rispetto dell’ambiente e raggiungere un lavoro dignitoso per tutti.

A 5 anni dalla scadenza del tempo prefissato, come si stanno comportando gli stati europei impegnati nel conseguimento di questi importanti obiettivi?

I più “virtuosi” (per aver superato l’obiettivo di destinare lo 0,7% del PIL) sono: Lussemburgo (1% del Pil) , Svezia (1,03%), Olanda (0,8%) e Danimarca (0,83%). Seguono Spagna (0,51%), Belgio (0,7%), Regno Unito (0,56%), Finlandia (0,55%), Irlanda (0,51%) che sono sulla strada giusta e sono definiti attori chiave per far sì che l’Unione europea raggiunga i suoi obiettivi. I paesi “meno generosi” sono Francia (0,46%), Germania (0,40%), Austria (0,37%), Portogallo (0,34%), Grecia (0,21%). Chi è il fanalino di coda? L’Italia, che destina solo lo 0,1% del proprio PIL alla campagna per il millennio. Tristissima maglia nera!

In fondo da un Presidente del Consiglio che pensa più ai suoi problemi che a quelli degli italiani, era difficile aspettarsi di più in favore del resto del mondo.

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