La sanità veneta vive da troppo tempo una fase di grande criticità che non può più essere ignorata. La Regione ha chiesto all’Ulss 4 di partire entro inizio Dicembre con l’applicazione del nuovo Sistema Informativo Ospedaliero (SIO), già valutato nel 2023 negativamente dalla Azienda Ospedaliera di Verona. La regione e l’Ulss 4 hanno il dovere di affrontare con serietà i problemi, peraltro già noti, che emergeranno con l’introduzione del SIO. Nonostante il recente avvio della nuova fase di collaudo, il sistema è stato validato solo per l’attività ambulatoriale, mentre funzioni cruciali come la chirurgia ambulatoriale complessa e i reparti di ricovero non sono ancora operative. In queste condizioni parlare di “svolta digitale” è prematuro e rischioso.
Il personale sanitario ha già denunciato di non essere stato consultato nella fase di sviluppo del programma, mancata integrazione con i programmi specialistici attualmente in uso, ritardi, malfunzionamenti e un aggravio del carico burocratico che rallenta il lavoro quotidiano, aumentando le difficoltà negli ambulatori e nei reparti e generando frustrazione tra medici e infermieri. A questo si aggiunge il rischio concreto che problemi tecnici possano tradursi in disservizi per i cittadini, in un contesto in cui la fiducia nella sanità pubblica è già messa a dura prova da liste d’attesa insostenibili e carenze di organico.
La Regione e l’Ulss 4 devono garantire la piena sicurezza del sistema prima di estenderne l’uso su larga scala. Non è accettabile che le sperimentazioni siano fatte sulla pelle dei cittadini e sulle spalle di operatori già sotto pressione. Serve trasparenza immediata sullo stato del SIO, chiarezza sui tempi previsti per le correzioni contrattuali e garanzie reali di continuità assistenziale in caso di malfunzionamenti. È indispensabile che si investa nella formazione del personale, con affiancamento dei sanitari negli ambulatori e non solo online come in passato, che si riconosca l’impegno straordinario richiesto agli operatori e che si attivino piani di supporto concreti.
Il digitale può essere un alleato della sanità solo se migliora la qualità delle cure e riduce i tempi di attesa, solo se non riduce i tempi del rapporto umano e clinico con i pazienti. Oggi, invece, rischia di diventare un ulteriore ostacolo. La Regione Veneto e l’Ulss 4 devono assumersi le proprie responsabilità e fermare ogni ulteriore estensione finché non ci sarà la certezza della piena affidabilità del sistema e di aprire un confronto vero con lavoratori, sindacati e cittadini. La salute pubblica viene prima di ogni tabella di marcia tecnologica.
