A Salzano, come in molte altre zone del territorio veneto, sta prendendo forma un fenomeno preoccupante: aree destinate alla logistica sorgono in luoghi impropri, senza una pianificazione regionale e senza che siano preventivamente valutati i reali impatti ambientali, urbanistici e sulla viabilità locale. Il progetto presentato per l’ex fornace Cavasin in via Villetta, a ridosso dell’Oasi naturalistica Lycaena (oltre 60 ettari) è un esempio lampante di questo approccio miope.

L’Oasi Lycaena è un patrimonio ambientale della nostra area — un sito di grande valore naturalistico e paesaggistico — tutelato da vincoli che impongono attenzione e rigore nella gestione del territorio. Trasformare l’area confinante con un polo di CROSS DOCKING significa mettere a rischio un ecosistema già sensibilmente protetto, compromettendo la funzione dell’oasi e la fruizione pubblica che ne derivano.

Ma il problema non è solo ambientale: è anche di sicurezza e di vivibilità. Le strade di accesso, via Villetta, via Roviego e le arterie comunali tra Salzano e Martellago non sono dimensionate per sostenere i carichi e i flussi di traffico pesante che un polo logistico comporta. Il sottopasso ferroviario esistente e la rete stradale locale rappresentano criticità concrete per la sicurezza di pedoni, ciclisti e residenti. Consentire interventi di questa portata senza un piano infrastrutturale e senza percorsi di collegamento adeguati significa scaricare sui cittadini i costi e i pericoli dell’assenza di pianificazione.

Per questo va chiesto con fermezza:

  • Sospensione immediata di qualunque autorizzazione o procedura che possa portare all’insediamento di attività logistiche nell’area di via Villetta fino a quando non sarà effettuata una valutazione complessiva.
  • L’avvio obbligatorio di una Valutazione di Incidenza Ambientale (VINCA) e di uno studio d’impatto sul traffico che consideri gli effetti su Salzano, Martellago e i centri limitrofi.
  • L’apertura di un confronto pubblico coinvolgendo cittadini, comitati, associazioni ambientaliste (e tutti i soggetti titolati), con accesso completo agli atti e alle analisi tecniche.
  • L’elaborazione da parte della Regione Veneto di un piano organico di localizzazione delle aree logistiche, che individui le aree idonee (tenendo conto di infrastrutture, rete ferroviaria, sostenibilità ambientale e tutela dei siti Natura 2000) e blocchi le espansioni disordinate e puntuali che stanno avvenendo sul territorio.

Questo non è un rifiuto di ogni attività produttiva o di logistica, ma è una richiesta di responsabilità: le scelte sul consumo di suolo, sui corridoi di trasporto e sulla tutela delle aree naturali devono essere fatte con criteri di pianificazione generale, non con interventi spot che penalizzano comunità e ambiente. Non si può accettare che il futuro dei nostri paesi sia deciso senza regole e senza trasparenza.

Invitiamo i cittadini a informarsi e a partecipare: la tutela dell’ambiente e la qualità della vita non sono interessi di parte ma beni comuni. Chiediamo al Comune di Salzano e alla Regione Veneto di assumersi le proprie responsabilità e di porre fine all’era delle autorizzazioni improvvisate.

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